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ANALISI TECNICA: Le gomme? O ci punti tanto o vai a casa

Thursday, 27 May 2021 10:28 GMT

Il telecronista del WorldSBK Steve English si concentra su uno dei temi più attuali di cui si discute nel paddock: le gomme e il perché la SCX rappresenta una netta linea di demarcazione tra alcuni piloti e team…

Nel corso di questa stagione 2021 del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike abbiamo visto ancora una volta che il dibattito sulla gomma SCX non si ferma. In questa analisi tecnica Steve English analizza la filosofia che ha portato allo sviluppo della gomma SCX originariamente introdotta per i dieci giri previsti per la Tissot Superpole Race. Nel corso dell’ultimo anno è diventato uno dei temi più ricorrenti nel WorldSBK e sempre più piloti l’hanno utilizzata nelle gare più lunghe. Sembra che questo scenario sia destinato a durare.


PIRELLI: sempre a sviluppare

Se vuoi creare della tensione all’interno di un paddock, il modo più facile è introdurre alcune nuove variabili. Inevitabilmente serve del tempo per adattarsi e per ricavare il massimo da alcuni nuovi sviluppi. Nel WorldSBK Pirelli ha deciso di sviluppare costantemente delle nuove soluzioni e poi ha lasciato ai team e ai piloti il compito di ricavare il massimo da quelle soluzioni disponibili. Giorgio Barbier, Racing Director di Pirelli, dice che le loro gomme non sono altro che uno “strumento” per i team con cui lavorare e che ogni soluzione ha degli aspetti positivi e negativi. Sta poi ai team e ai piloti stabilire come utilizzare al meglio tali soluzioni.

Pirelli negli ultimi anni ha introdotto tanti sviluppi. Di solito lo fa lentamente e poi i team si adattano: le gomme di recente sviluppo all’improvviso diventano la norma per le condizioni di gara. Così è successo nel 2018 quando è stata introdotta per la prima volta la gomma con un profilo più grande. L’obiettivo di questo composto era garantire un consumo della gomma più uniforme nel corso della gara e anche per permettere ai piloti che pesano di più di spingere al limite nel corso di una gara sulla distanza integrale. Michael van der Mark è stato il primo ad adattarsi: l’olandese ha fatto velocemente un passo avanti. All’inizio del 2019 questa gomma era diventata la scelta standard per lo schieramento.

Prima del via della stagione 2019 è stata introdotta la Tissot Superpole Race vista in modo diversa da tante persone che fanno parte del paddock ma Pirelli l’ha percepita come un’occasione per sviluppare qualcosa di nuovo. L’azienda italiana infatti rappresenta una garanzia nel mondo delle competizioni anche considerando le gomme da qualifica e intermedie che mette a disposizione in ogni Round senza dimenticare anche le tante soluzioni offerte per cercare di risolvere più problemi possibili. La Superpole Race richiedeva una nuova soluzione; la gomma SCX è nata velocemente per offrire ai team una durata della gomma minore ma con più grip e con maggiori possibilità di realizzare giri veloci.

CON PAROLE LORO: “I team hanno tante soluzioni…”

“La gomma SCX è stata sviluppata per dare una gomma speciale per la Superpole Race,” ricorda Barbier. “Quando Dorna ha introdotto la gara di 10 giri non tutti erano sicuri sul motivo dell’introduzione della gara ma ora possiamo dire che sia stata un’idea brillante. Abbiamo deciso di preparare una gomma specifica per questa gara. All’inizio la SCX l’abbiamo introdotta solo per la gara breve e i team per il weekend avevano a disposizione quattro gomme da testare in prova per essere sicuri che sarebbero durate dieci giri per la gara per poi usare questo tipo di pneumatico nella Superpole Race”. 

“Dopo alcune gare i piloti hanno capito come usarla nelle gare brevi e hanno provato a utilizzarla in quelle più lunghe. L’anno scorso, il secondo anno di questa gomma, c’erano tanti piloti che l’hanno usata nelle gare più lunghe. Su alcune piste è andata molto bene mentre su altre no. Ha funzionato bene ad Aragon ma all’Estoril l’anno scorso per la gomma SCX è stata tosta. Vedremo come andranno le cose quando torneremo all’Estoril”. 

“I team e i piloti hanno trovato un modo per farla funzionare ed è stato molto interessante l’anno scorso dato che abbiamo visto tanti piloti alti usare la SCX in gara, come ad esempio Toprak Razgatlioglu, Michael van der Mark o perfino Chaz Davies lo scorso weekend ad Aragon: hanno dimostrato che anche i piloti con un peso maggiore possono utilizzare questa gomma. La gomma per i piloti rappresenta uno strumento e ogni gomma deve essere usata in modo diverso. La SCX potrebbe richiedere un diverso stile di guida o un setting diverso ma per i piloti si tratta semplicemente di uno strumento. I team hanno tante soluzioni a disposizione ma alla fine devono essere loro a farle funzionare”.

PISTE DIVERSE, PILOTI DIVERSI

Su alcune piste il composto morbido della gomma SCX funziona bene mentre su altre potrebbe essere un rischio nelle gare più lunghe. Per Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK) la decisione dipende molto dalle condizioni. Nel corso dell’inverno ha realizzato diverse simulazioni consecutive di gara con la SCX e la SCO, un composto più duro pensato appunto per le gare più lunghe con una differenza insignificante per il pilota Kawasaki.

Nella gara disputata sull’asciutto ad Aragon, Rea ha potato per il composto più duro in modo da guidare con sicurezza. Una decisione che lo ha aiutato a portare a casa due vittorie e a contribuire a regalare a Kawasaki una storica doppietta. La maggior parte dei piloti ha optato per usare la gomma SCX. Scott Redding (Aruba.it Racing -Ducati) ancora prima di iniziare a girare si era lamentato dei vantaggi a disposizione dei piloti in grado di utilizzare la gomma più morbida mentre lui non riusciva a farla funzionare.

Senza la capacità nell’utilizzo della gomma SCX, Redding avrebbe avuto bisogno di utilizzare una gomma più dura per provare a farla funzionare. Quando nei primi giri ha visto Rea e il suo compagno di box Alex Lowes prendere del vantaggio ha pensato che stessero utilizzando la gomma più morbida e che non sarebbe riuscito a chiudere il gap. Quando ha scoperto la scelta delle gomme è a dir poco rimasto sorpreso. Quindi è chiaro che c’è più di un modo nel WorldSBK per battere i tuoi avversari.

IN CONCLUSIONE…

La gomma più morbida comporta una sfida dal punto di vista tecnico ma non è insormontabile per i team e i piloti. Quando i team parlano dei composti delle gomme è importante ricordare che hanno una vasta mole di dati su cui poter contare per poi prendere le loro decisioni e per compiere quella scelta che ritengono sia la migliore per vincere. Su alcuni circuiti quell’opzione sarà la SCX mentre su altri sarà un composto più duro. Aragon ha dimostrato che non ci sono risposte giuste o sbagliate ma piuttosto semplicemente rischi calcolati per conquistare il risultato migliore. Pirelli offre soluzioni valide per un ampio numero di moto e con tante temperature diverse. Su alcune piste saranno di aiuto per i piloti mentre su altre no.

Per Barbier la dimostrazione del successo di Pirelli si nota nel crescente investimento da parte dei costruttori che partecipano al Campionato: “Negli ultimi due anni abbiamo notato quanto Yamaha, Kawasaki e Ducati abbiano fiducia nei confronti del WorldSBK. Hanno incrementato la loro partecipazione con un numero maggiore di team. Abbiamo visto anche BMW e Honda tornare su forte con delle nuove moto. È interessante vedere il passo avanti per il Campionato da parte dei costruttori. Abbiamo ottimi piloti, ottimi team e il livello è molto alto. Abbiamo visto team privati arrivare sul podio e il Campionato sta migliorando”.

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